La Camera d'Ascolto - Magritte
La Gigantessa - Magritte
Cosa mi piace? La sproporzione. Cosa è affascinante? La sproporzione.
La sproporzione fra le parti di un insieme è una spinta violenta all’equilibrio, è uno stupro ai danni dell'armonia complessiva. Si veda La Gigantessa, con le fattezze note della moglie di Magritte, che riempie la stanza troneggiando, nuda come la Veritas, e schiaccia l'uomo, vestito, di spalle, minuscolo. Si vede nitidamente che la stanza, il mondo, è costruito a misura di Gigante.
Nella mia cultura personale, Magritte vince la gara della sproporzione. Ingaggia lotte smisurate fra gli elementi, non solo facendoli interagire stranamente (vetri che infrangendosi spezzano anche l'immagine dietro di essi, cielo in bottiglia, specchi che riflettono il rovescio dell'oggetto), ma anche esasperandone la dimensione o strizzandola, riducendola.
La mia prima composizione ragionata, scelta, voluta, si chiamava La Pera Non Entra Nel Cestino, e fu il mio primo schizzo non casuale. La pera troppo grande per entrare nel cestino da pic-nic era il mio grido contro i pezzi del mosaico che non si incastrano, contro gli eventi al di là di ogni previsione, quelle circostanze esagerate e odiose che sconvolgono i piani. Questo probabilmente è anche il senso delle opere di Magritte: rose e mele che da sole riempiono una stanza dove non passerebbe un filo d'aria, e che eppure è chiamata la Camera dell'Ascolto.
Ma cosa c'è da ascoltare?
Gli opposti, i contrari, il bianco che brilla presso il nero e il nero che ha senso di rabbuiare solo presso il bianco, il sorriso dello Stregatto che svanisce e riappare, Veneri enormi e ridenti, conigli bianchi che appaiono dal nulla. Ed è un grande piacere incontrare l'inaspettato, infine, almeno finché abbiamo l'ironia sufficiente per non esserne schiacciati.
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&
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