Sono furiosa e mi perdo in un flusso di coscienza esagerato e delirante e che poi non avrà mai valore effettivo nel determinare come vivrò la realtà da quel momento in poi. Sono furiosa perchè finora sembrerebbe che io riceva solo cose di cui non ho bisogno. Eppure in fondo so che si riceve sempre esattamente quel che si merita, nè una briciola di più nè una in meno. E sarà una mia stupida impressione, ma non capisco perchè non raccolgo ciò che ho seminato spendendo le mie energie, anche se queste fottute energie erano tutte impegnate in vari progetti di dissimulazione e distorsione.
Sono furiosa e durerà poco, almeno finchè non riprenderò contatto con le cose in generale smettendo di fissare un particolare. Forse un tempo avrei detto "perchè mai dovrei ottenere quello che voglio? E' evidente che non ne ho le capacità!". Oggi dico (forse con superbia, chissà) "perchè mai non dovrei ottenere quello che voglio? Ne ho pienamente le capacità!".
C'è qualcosa in me che non mi fa percepire la realtà com'è, anzi!, la percepisco, sì, con le mie facoltà precostituite che con l'esperienza mi hanno indotto a credere che, ad esempio, colpendo la palla A essa si sposta, eppure non è una legge necessaria solo per il fatto che fino a ora si è verificata. Sono tutta intenta a credere che le cose avvengano secondo i miei preconcetti, anche se, dobbiamo ammettere, non sono i meri pregiudizi di un'ottusa, ma dei natural-esperienziali schemi mentali.
Sono furiosa e per smettere di esserlo devo appassionarmi al mio dolore e lasciare che sia il mio solito divertimento antropologico ma sulla mia pelle.
lunedì 25 gennaio 2010
Sono Furiosa
Etichette: riflessioni antropologiche
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