ROMA: – Nel giardino della principessa Pallavicini illuminato da fiaccole, tra la sorpresa generale, Dalì depone un uovo cubico coperto dalle iscrizioni magiche di Raimondo Lullo e tiene un entusiasmante discorso in latino.
PARIGI: – Sul Montmartre, davanti al Moulin de la Galette, Dalì illustra il suo Don Quichote sparando colpi di balestra sulla pietra litografica. Dichiara: "I mulini macinano farina – io invece con la farina macinerò mulini". Modella due corni di rinoceronte con farina e pane ammollato in inchiostro litografico, li scaraventa con tutta la sua forza e realizza quanto aveva annunciato.
NEW YORK: – Indossando una tuta d'astronauta d'oro, Dalì depone a New York il famoso "ovocipede" da lui inventato: una sfera trasparente, il nuovo mezzo di trasporto basato sulle immagini fantastiche nate nei paradisi intrauterini.
MADRID: – Dalì tiene un discorso durante il quale invita Picasso a ritornare in Spagna. Comincia esclamando: "Picasso è spagnolo – anch'io! Picasso è un genio – anch'io! Picasso è comunista – nemmeno io!".
PARIGI: – Alla Sorbonne Dalì tiene una conferenza sulla "Merlettaia" di Vermeer e il rinoceronte. Giunge a bordo di una Rolls-Royce carica di migliaia di cavolfiori bianchi.
Questi sono solo alcuni degli articoli che Dalì riuscì a far pubblicare sui giornali, attraverso le telescriventi di tutto il mondo. «C'è un'unica differenza fra me e un pazzo: che io non sono pazzo», dicevi. Mio adorato, unico, indimenticato eroe, per costruire quella tua aura esagerata da genio visionario, dipingere quadri divini è stata davvero la cosa meno rilevante.
domenica 17 aprile 2011
Salvador Dalì, io ti amo.
Etichette: arte, follia, second of art
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