giovedì 10 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
Prendi i tuoi vecchi scritti - e fanne un grande falò
«Ho sempre saputo che ti avrei avuto: allora perché non oggi? Perché non domani?
Ti ho chiesto di non esistere senza di me e tu ridendo hai accettato.
Ti ho chiesto di non parlarmi e mi hai risposto che ti lancio briciole di pane da seguire perché ti voglio.
Sono queste domande? Sono forse risposte?
Chiedo consiglio a Edgar Lee Masters.
Gli chiederò se sei un frutto invernale. Gli chiederò se le cose mutano e quando.
Sei pagano come dice il tuo nome: cosa desideri? Posso essere tutto e rimanere me stessa.
Mi pongo domande inopportune, non ho risposte in merito, vivo separata dalla realtà dei fatti. Che ne sarà di me? Che ne sarà delle cose in cui anche per poco ho creduto e investito?».

Una sera d'autunno rileggi i tuoi vecchi scritti. Idee che ieri notte sembravano geniali, oggi sono fottute stronzate. Prendi quei vecchi scritti e fai un grande falò.
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lunedì 7 novembre 2011
Smanie chimeriche d'un autunno troppo caldo.
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Etichette: Poesia a cazzo
venerdì 28 ottobre 2011
It's easy and creepy
E così ci risiamo. Gioco con la mia sigaretta e gioco con l'immagine di me che mi piace conservare. Gioco a fare la diva anni Trenta e, in generale, sono molto seria ma gioco con tutto. Mi prendo grandi responsabilità ma nessuna decisione che ne comporti almeno un po'. Voglio miliardi di cose e in realtà non ne voglio nessuna. Voglio essere amata ma non mi lascio toccare da nulla. Voglio essere adorata ma detesto non essere alla portata delle mani protese. Sono senza identità.
Per l'ennesima volta scelgo cose difficili e imprevedibili e gioco le mie carte con leggerezza. Ma sto tremando. Non mi sento affatto al sicuro, nemmeno qui dove potrei parlare ad alta voce. Penso a tutti gli uomini di cui ho incrociato lo sguardo e penso alle arance e alle canne di bambù. Penso ai fiori e ai giorni di pioggia. Tutto sembra contorcersi.
Quando penso allo stato attuale delle cose mi sembra di essere serena e leggermente tachicardica. Potrei quasi avere l'impressione di star ricevendo non quello che mi premeva di possedere ma quello di cui ho sinceramente bisogno. Pare anche che io non abbia bisogno di molte cose.
Ho un grosso quaderno accanto al letto, pieno di "oh, è tutto così statico", di liste e di "vorrei solo...". Pieno di nomi di immagini semi-sconosciute che hanno commentato il mio sguardo o le mie ciglia, le mie labbra, le mie scarpe, il mio carisma - se di carisma si tratta, e non di idiozia. Ma niente pare confortarmi.
Ci sono pagine sul mio destino, pagine sulla mia morte e su altri uomini tachicardici, su unghie laccate di rosso e su maldestri tentativi di insubordinazione e di pianificazione. Righe incerte di tarda notte sulle poche lacrime che verso, e sulla ferma volontà che ho di amare il mondo nonostante non mi piaccia mai nulla.
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domenica 23 ottobre 2011
I don't believe I've ever met anyone quite like you.
«Sono convinta che restare sveglia fino alle quattro del mattino a leggere Miss Marple porterà conseguenze impreviste», mi ha detto.
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Etichette: Uomini che mi spezzeranno il cuore
lunedì 17 ottobre 2011
Memoranda
- Scrivere un libro e chiamarlo "Un cavillo per la strega";
- Sottomettere il genere umano;
- Non morire prima di essermi accertata che verrei ricordata come una bomba a orologeria;
- Scoprire cosa intendevo quando ho scritto GIOVANNA in pennarello rosso in corrispondenza del 29 luglio;
- Ritagliarsi momenti di sofferenza per riflettere sugli eventi appena trascorsi;
- Dove è svanita la lettera?
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giovedì 6 ottobre 2011
Lista di cose carine e che amo ma che rovinano la mia rude essenza texana
Odiare un sacco di cose è un'ottima ricetta per un'esistenza ricca e vitaminica. Lo dico un po' seriamente e un po' per scherzo. Tuttavia se avessi uno psichiatra mi direbbe non solo di vivere equilibratamente - cosa che mi sembra di fare anche se sono una specie di integralista morale - ma anche di esternare gioia, bon bon e foto di coniglietti.
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giovedì 29 settembre 2011
So mantenere un segreto.
So mantenere un segreto. O almeno, sono bravissima a mantenere i miei, e questo è già un buon inizio.
Ho spesso incubi pensando ai miei segreti, e sono molti. L'ultimo stanotte su una coperta pornografica. Vorrei essere anonima, detesto non essere anonima. Ho sbagliato tutto sin dall'inizio ma non ho voglia di ricominciare. Potrei anche essere spregiudicata - e idiota - in questo momento, spifferare tutto, ma sarebbe troppo vile.
Avrei bisogno di più tempo per dirlo. Non lo so, oggi. Sono solo ancora molto incazzata, ma pronta a essere incessantemente un'altra. Non sono la stessa che non aperto bocca per mesi, non sono la stessa che è esplosa all'improvviso ma al 30% della sua carica di nitrocazzoglicerina. Non sono la stessa che è andata avanti con aria stronza e impeccabile, sempre con il suo rossetto, ben vestita, in ritardo piuttosto ma mai senza mascara, severa, severissima, con lo sguardo micidiale pronta a giudicarti una merda per qualsiasi motivo.
Vi ho odiati tutti, teste di cazzo, prima di far entrare nella mia misera testa un po' di amor proprio, e ancora non ci sono arrivata a questo glorioso punto.
Mi sono già lavata i denti e sono le 2 e 30 del mattino. Temo di addormentarmi con addosso questo tagliente orecchino di rame.
Avrei bisogno di sbagliare apertamente, per diventare magari una persona più spontanea e meno sperduta dietro al suo sguardo da stronza, il suo atteggiamento da stronza, le sue battute da stronza. Non amo nessuno e men che meno me stessa. Non merito niente. Sono stata un'idiota con una filosofia del cazzo.
Ehi, io non so cosa fareste, ma io lo sto facendo per voi. Mi aspetto solo insulti dagli altri: li aspetto trepidante sperando di poter ribattere con il mio proverbiale sangue freddo ma non mi insulta nessuno.
Oh Cristo, è una situazione così imbarazzante e io persisto ad odiarti - e ad odiarmi.
Credo che mi addormenterò con l'orecchino di rame e i miei stupidi capelli e la mia stupida faccia e la mia stupida maglietta e il mio stupido letto e le mie stupide pareti rosse e la mia stupida idiozia e la mia stupida completa vibrante formidabile totale vergognosa incapacità di vivere nell'azzurro profondo e morire vivendo.
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Etichette: autodenigrazione, che disastro, Squallida morale, Visioni di una Notte in Fiamme
sabato 10 settembre 2011
Πλέων ἐπὶ οἴνοπα πόντον - Navigando su un mare color vino
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mercoledì 20 luglio 2011
Sistema nervoso parasimpatico. / Vita prima di Marte
In merito al mio sistema nervoso parasimpatico, posso dire con esattezza il giorno in cui impazzì. Il 12 marzo di quell'anno comprai le Metafore Piangenti; il 14 aprile, aprendo a pagina 256, esso impazzì. Una semplice foto ben conservata si trovava lì in mezzo. In genere le foto ritrovate sono scoloritissime, polverosissime e frastagliatissime. Fosse stata una brutta foto l'avrei gettata. Eva però era magnifica.
A quell'epoca avrebbe avuto una sessantina d'anni secondo i miei calcoli. Presi l'amorevole resto per l'angolo e lo feci incorniciare. Siccome sono uno schizofrenico e una delle mie personalità è piuttosto superstiziosa comprai il vetro e la cornice (d'argento, placcata) dallo stesso merda-coreano.
Il mio cervello è quasi in fiamme mentre osservo Eva appesa alla parete, accade ogni giorno, ogni momento; trovo pace solo quando appoggio la mia testa a martello fra le pagine delle Metafore, da cui tutto ebbe inizio.
Il gusto di installare un reliquiario per Eva nel mio salotto mi venne solo in seguito: all'inizio era solo una bella donna con le braccia carnose e le labbra dischiuse. Volevo semplicemente evitare di perdere un momento di estasi. Mi sembrava di farlo per l'umanità. Mi sentivo un benefattore. Eva era mia ma era di tutti: quanti trovano foto meritevoli incastrate in libri acquistati per puro caso a un prezzo immensamente gonfiato?
In ogni caso (vi ho già accennato ai miei disturbi neurologici) di Eva nessuno seppe mai un accidente, moglie compresa. Nessuno saprà mai il suo nome eccetera eccetera se non dopo la pubblicazione eccetera eccetera.
Ma il 19 aprile finii il volume e trovai delle porcherie scritte a matita. Io non scrivo sui libri. Lessi.
Ecco una nuova scarica elettrica al sistema nervoso. Chiusi il libro, perché il piacere va centellinato e possibilmente abbinato a un buon vino. Anche un buon vino va abbinato a un buon vino.
Dio come amo la mia frenesia!
E quando lo bevvi:
Sono nata il 115 gennaio del ****.
La mia vita ha preso una piega inaspettata tre volte:
- quando ho comprato il clavicembalo;
- quando ho conosciuto Marte;
- quando M. è morto.
In questo momento di questo mese di quest'anno di questa Eva mitologica che crea e distrugge, sono una creatura colma di pianto. La chiarezza fa bene solo agli animi forti e io sono una montagna di burro. Tutto andrà per il meglio ma il mio pianto corrode le rocce, specialmente quelle di burro.
Eva non nacque il 115 gennaio. Si tratta di certo di una svista, un refuso o uno splendido gioco di parole che quella donna intelligente ha inventato per il suo Biografo Futuro. Ma io non sono esattamente l'uomo che sperava, e non capisco il trucco.
In ogni caso è stato divinamente sufficiente per innamorarmi di lei fino al punto di sacrificarle la mia vita.
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martedì 12 luglio 2011
Gomitolo di velleità erotiche. / Vita prima di Marte.
La maggior parte del dramma iniziò quando presi fra le mani quella copia di Metafore Piangenti, copertina rigida, prezzo discutibile, pagine spesse e carattere 10 che fa sanguinare gli occhi. La vita di Eva mi si stagliava davanti in color neon. La prima cosa che mi chiesi non fu "E chi accidenti è Eva?" ma "Come accidenti faccio a scoprire tutto, adesso?".
Quella vita al neon mi poteva sfuggire e io ne ero ardentemente conquistato. Mia moglie mi chiese "Perché ti interessa tanto?".
Come un idiota ho risposto "A me interessa tutto".
In ogni caso comprai tutta la collana della Retorica Depressa in quel buco di negozio. Siccome sono un pessimo attore ed ero seriamente in fibrillazione per quella storia, l'avido merdoso strozzino mi fece un prezzo esagerato. Io dissi poco convinto qualcosa come "Non li vale".
E il coreano faccia-da-schiaffi rispose: "Ehi amico li ho aperti anch'io quei libri".
Tutti appassionati della vita di Eva, insomma. Beh, alla fine pagai. Cosa vi aspettavate? Quella donna tutta porpora incendiava la mia esistenza settimanale fino al giovedì sera, quando mia moglie se ne andava alle cene libanesi del reparto Assistenza. La caporeparto andava pazza per il cibo appiccicoso.
Ricordo con orgasmica frenesia quel primo giovedì. Avevo letto troppo velocemente le Metafore Piangenti e non me le ero gustate. Ora presi una matita e iniziai a sottolineare con tratto flebile flebile come se fossi stato un moribondo senza forza nelle mani.
Poi mi pentii e sfogliai tutti gli altri volumi. Come avrebbe agito un vero raccoglitore di informazioni? Un Darwin delle biografie romanzate?
Avrebbe radunato prima tutte le conchiglie, tutte le schifezze antropomorfe raccattate sulla spiaggia e solo in seguito avrebbe iniziato a dire ad alta voce la sua teoria.
A dire il vero me ne sbattevo altamente il cazzo di essere un Darwin delle biografie romanzate.
C'era questa foto di Eva infilata nel primo volume e io ero semplicemente andato in estasi.
Questa donna pazzesca con una collana di piume e i capelli intrecciati! Volevo solo mettere la testa nei libri, sperare di soddisfare il mio desiderio compulsivo e poi andare a dormire. In alternativa avrei voluto metterle la testa fra le cosce, e qua è supposto che il lettore rida anche se non c'è un bel cazzo da ridere.
Un vero gomitolo di velleità erotiche, il mio. Cristo santo, una vera donna al neon.
Il mio sistema nervoso parasimpatico era già ubriaco.
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Etichette: emozioni, Erotico, Visioni di una Notte in Fiamme, Vita prima di Marte
venerdì 1 luglio 2011
L'unica cosa certa è che il mio lavoro è pressoché inutile. / Vita prima di Marte
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Etichette: Visioni di una Notte in Fiamme, Vita prima di Marte
mercoledì 22 giugno 2011
Una fuga solitaria, gli occhi gonfi di grano
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lunedì 20 giugno 2011
Saga delle persone che odio - Cagna di provincia.
Dunque, non sono il genere di persona che appena pensa di non avere più responsabilità inizia a sputtanare a piene mani. Di solito inizio prima, specialmente quando le cose mi si possono ritorcere contro.
Ti odio.
La odio. Si aggira con aria soddisfatta e un po' ebete come se la vita mondana fosse il suo specchio migliore. La sua affermazione individuale comincia dal suo lucidalabbra. In mancanza di meglio utilizza opinioni riciclate da altri che le vengono comode per farsi rispettare. Non disdegna di cambiare idea ogni qual volta la situazione piccolo-borghese in cui si incastra lo richieda. Indossa cosine raffazzonate che chiama volutamente vintage, la sua cultura discende direttamente da Vogue e la sua sensibilità deriva senza ombra di dubbio da un'educazione benpensante che l'ha abituata negli anni a disprezzare (e possibilmente umiliare) ciò che minacci il suo ordine mentale.
Poi è abituata a odiare a morte persone del mio calibro, cioè che non sentono il dovere di ammirare in ordine:
- una città piccola, stretta, noiosa e provinciale;
- donne del genere "mi credo sofisticata e audace";
- donne che pubblicamente sostengono che il proprio fidanzato è brutto;
- l'estetica della morale cattolica (perché c'è una scappatoia per tutto, anche per la verginità).
Dicevo che inizio a lamentarmi ben prima di essere nella posizione per farlo, e infatti così è stato e ne ho pagato il prezzo pieno. L'ira della cagna mi si è ribaltata contro in modo così volgare che a un certo punto sono quasi ammutolita. Sogno che questa puttana di provincia mi insulti apertamente per poterle rispondere con un'intelligenza da lasciare senza fiato, ma so che non avverrà perché prima di parlare ha bisogno delle parole ben sminuzzate di qualcun altro.
Poi mi fa pena perché penso che io anche senza un aspetto impeccabile avrò sempre con me una valigia pienissima di metafore ardite, una barca di codici diversi con cui leggere le cose; perché sarò sempre stranissima in modo dolcissimo, perché sarò sempre esattamente in linea con i miei principi, perché sarò solida e indeformabile ma continuamente soggetta al cambiamento.
E soprattutto: perché sono sempre soddisfatta di me.
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martedì 14 giugno 2011
Estate 2011 - Breviario a mio completo uso e consumo
Ho sentito dire le cose bisogna metterle per iscritto; ho sentito dire che i post-it dei sognatori finiscono sempre nell'archivio "Traguardi raggiunti". Da una vita faccio liste e non sono ancora stanca.
Esattamente così sarà la mia estate, perché lo desidero e perché la mia volontà è inossidabile.
Nota: declino ogni responsabilità in merito all'abuso consapevole della lettera S (che dà assuefazione).
Scapigliatura.Ci ho pensato a lungo e non mi è venuto in mente neanche un motivo per cui dovrei pettinarmi. Prima di uscire mi passerò a lungo le mani fra la chioma e migliorerò l'effetto con una passata di phon (ma anche quando resto in casa, solo per appagare la mia vanità). Se avrò tempo scriverò un po' di poesia cimiteriale.
Sesso, graffi e labbra rosse.Quest'estate il sesso è blu e io sono una da graffi sulla schiena.
Un giorno o l'altro scriverò il mio romanzo erotico.
Interruttori.Questa parola apre ancora oggi una questione controversa: se l'interruttore è un oggetto nato per erogare e per terminare l'erogazione, perché una mente pessimista a suo tempo gli ha trovato un nome mettendo l'accento sull'interruzione? Per me gli interruttori sono oggetti da accendere per ottenere un fuoco d'artificio, e c'è un interruttore nella mia testa e se lo schiaccio sento una corrente elettrica per tutto il corpo. O almeno, così mi hanno detto e voglio provare.
E poi ce n'è uno in Viale della Repubblica che non so a cosa sia collegato e mi hanno detto anche che la curiosità è il motore del mondo.
Tender is the night.Secondo me la notte è tenera perché se la mordi i tuoi denti affondano e lei geme di piacere. Combatterò in nome del nero e del verde, in nome dei pistacchi, degli scarabei, dei liquori alla menta, delle rondini e in hoc signo vincam.
I know every kind of love but true love.In cuor mio sono un'attrice del cinema muto anni '40. Come tale mi piace mentire, inventare, indossare certi sguardi artici, tirare zampate con ottima mira e tutto il resto. Mi piace mettere alla prova chi mi sta di fronte: l'intelligenza si prova sotto pressione.
Cosa tatuarsi sul petto al posto di un dragone:
A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere.
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lunedì 30 maggio 2011
Introduzione. / Vita prima di Marte.
Dormi dormi dormi. Naturalmente non so l'ora perché l'orologio accanto al letto si è fermato già da parecchio. A volte maggio è come non riuscire a prender sonno. Ti agiti, ti rigiri, ti stiracchi, ti innervosisci, ti alzi, bevi un bicchiere d'acqua, rigiri il cuscino che è diventato caldo, apri di più la finestra, con l'occasione spii la strada deserta, ti arrabbi, scalci e il lenzuolo diventa un grumo.
Poi per miracolo prendi sonno, e la mattina dopo, con gli occhi gonfi, dici "Ah, tutto qui?".
Se dovessi descrivere la mia vita scriverei un'opera in tre volumi: Vita prima di Marte, Ironico ma non troppo, Vita dopo Marte.
Ah, Marte, io non so dove tu sia. Se qualcuno ne sa qualcosa mi scriva due righe, per favore.
Vorrei pensare che tu stia sdraiato nella mia stessa posizione e che il tuo letto sia fresco. Vorrei anche pensare che la tua esistenza sia diventata meno dolorosa e vorrei che mi avessi perdonata. Del resto ho capito solo stanotte che nella vaghezza della comprensione posso leggere quello che preferisco dentro a un segnale, e oggi io leggo "Oh sì, c'è qualcuno qui che dovrebbe scusarsi".
Purtroppo non ricordo se devo scusarmi io o se devi scusarti tu.
Quando ci siamo conosciuti la mia vita sembrava un inferno. Senza fiamme, perché allora non ero tipo da incendiarsi facilmente. Era un inferno diverso, fatto di vento tagliente, forse di vetro; non dico di diamanti perché non vorrei sembrare troppo lusinghiera.
Se leggerai un giorno quello che ti scrivo - o se sentirai finalmente la mia voce - sii gentile nei giudizi: uso parole caute perché voglio descrivere delicatamente gli eventi brutali in cui sono inciampata. La mia moralità spicciola emergerà senza che io la possa frenare, quindi non devi temere nulla. Anche se qualcosa di te dovesse sembrare irritante o ingiustificabile, per me di certo conserverai sempre la bellezza elegante del ricordo.
Se non sapessi quanto sei implacabile, se non fossi disgustata persino da me stessa, se non fossi spaventata dalla possibilità di scivolare in una spirale piena di dolore e se non fossi completamente e infinitamente grata all'anima del Poeta che già mi ha salvata, forse potrei pensare a te e al tuo corpo senza terrore. Ma vedi, amore, le circostanze mi hanno portata al declino, un uomo mi ha condotta all'arsura e un Poeta mi ha accompagnata all'equilibrio.
Per tali motivi che so condividerai io distruggerò questo scritto.
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venerdì 27 maggio 2011
Poemetto in terza rima. Canigola era un cane molto ribelle.
Morale: i bravi cagnolini spesso pensano all'affermazione personale, all'ambizione e all'orgoglio, e mordono gli ossi di plastica lavorando di cesello sulle loro marcate attitudini manageriali.
I bravi cagnolini vanno in paradiso, ma non prima di averci maledetti.
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venerdì 20 maggio 2011
Perché da grande voglio essere Vittorio Alfieri.
Innanzitutto chi è Vittorio Alfieri. Uomo geniale che come molti del suo stampo visse brevemente e con la stessa potenza di una deflagrazione; dal 1749 al 1803 fece l'impossibile per consegnare al Futuro un distillato quasi perfetto di ciò che la sua mente era in grado di pensare.
Scrisse tragedie dell'affermazione individuale, capaci di squarciare il cuore agli italiani, scrisse in toni polemici e satirici sulla Libertà, scrisse rime, persino commedie, odi, satire, ogni genere di prose, e infine degnò il mondo del capolavoro di un'autobiografia ambiziosa fino al sospetto di arroganza. Una simile opera iniziata ad un'età forse prematura (1790) o ci lascia una finestra per insultare un superbo o ci apre una cancellata di ferro battuto verso un uomo che ne aveva davvero tante da dire.
I 4 principali motivi per cui da grande voglio essere Vittorio Alfieri.
2. A sette anni tentò il suicidio, anche se non pensò mai di voler morire, e non era certo di sapere cosa fosse la morte: eppure seguendo così un non so quale istinto naturale misto di un dolore di cui mi era ignota la fonte, mi spinsi avidissimamente a mangiar di quell'erba, immaginando di inghiottire cicuta, di cui aveva sentito parlare chissà dove.
Anch'io ho una spiccata attrazione per la morte e quando un giorno dovrò venirci alle mani (con la morte, intendo) vorrò farlo con la stessa crudezza.
3. Ed il mio maggiore, anzi il solo piacere ch'io ricavassi dal viaggio, era di ritrovarmi correndo la posta su le strade maestre, e di farne alcune, e il più che poteva, a cavallo da corriere.
Vide le più belle e le più narrate città d'Europa e i soli momenti di pace che riuscì a trovare nella sua (giovanile) noia furono i breve slanci delle corse folli. Per me Alfieri è un cavallo con la bocca schiumante e le froge allargate dallo sforzo. Rappresenta completamente la tensione.
4. Incostante e folle, rimase incantato solo dalla Svezia. Cercò di saperne di più di quella semilibertà che traspariva dal governo ma non ebbe mai la costanza di farlo seriamente.
La maestosa natura di quelle immense selve, laghi e dirupi, moltissimo mi trasportavano; e benché non avessi mai letto l'Ossian, molte di quelle sua immagini mi restavano ruvidamente scolpite. Corse con la slitta con furore, calpestando i numerosi strati di neve finché non venne il primo caldo, e comparvero le verdi primizie: spettacolo veramente bizzarro e che mi sarebbe riuscito poetico se avessi saputo far versi.
Mio Adorato, ecco, adesso mi fai piangere. Certe volte la vita è così simile alla sensazione di voler far versi.
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sabato 14 maggio 2011
Libri scritti da psicopatici, con personaggi psicopatici e per lettori psicopatici #1
(Nota: lo dico con affetto).
Cioè la mia routine. Sì, mi piacciono i morti e i pazzi, non disdegno i manicomi e gli ossessivo-compulsivi (specialmente dopo i pasti), fatico a digerire i coniglini e gli amori strazianti. Sono una gran lettrice e non sono spesso capace di iniziare un libro alla volta e faccio disastrose indigestioni di trame che mi lasciano indisposta ma non per molto. Poi sono anche recidiva e ricomincio da capo. Il mio aperitivo è lo psycho-drama. Degusto anche vendette e self-made-men, ma con un po' di raffinatezza aristocratica e mai senza un buon rosé. E siccome mi piacciono anche gli schemini storti fatti con paint con mani tremolanti (e che non conobbero mai la simmetria), unirò le mie più grandi passioni in questa rubrica per lettori ormai spacciati all'ultimo stadio della malattia.
Ecco a voi:
Le lettere di Bulgakov (che amo e che per me è un faro nella notte) si meritano 8 Martini su 10. Prima di tutto perché su questo capolavoro di umanità frustrata ho costruito la mia tesina di maturità e quindi conservo dei bei ricordi di consultazioni febbrili. E poi perché chiunque si è sentito disperato almeno una volta nella vita, chiunque ha esclamato la mia nave va a fondo, l'acqua si avvicina al mio ponte di comando. Bisogna affondare coraggiosamente. Ma poiché i manoscritti non bruciano nemmeno dentro al fuoco più caldo, significa che gli uomini dotati di lampi geniali restano tali e le loro opere resistono anche alla censura, al disinteresse e alla desolazione. Se già conoscete l'autore di Il Maestro e Margherita, Uova fatali e altre perle letterarie, forse vi farà piacere leggerlo e scoprire cosa si celava di oscuro in lui. Per poi amarlo di più, si intende.
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