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venerdì 7 settembre 2012

K.

E mentre K. sfogliava i taccuini di Eva, mentre tutto intorno a lui diventava molle e tiepido, trovò parole che lo resero folle. Ed ebbe voglia di strappare ogni pagina da margine a margine e distruggere la rilegatura in pelle sfregiandosi i canini. E vi lesse un'ossessione che sapeva di aver provocato e a cui non sapeva sottrarsi.
"Ogni tanto imploravo dio, qualunque fosse il suo destino, di non farlo morire, di lasciarlo vivere almeno per il tempo sufficiente a inginocchiarsi davanti a me e posare la testa dove sempre l'aspetto. Ho sognato di camminare così dritta che in fondo alla strada infine non c'era nulla".