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sabato 14 maggio 2011

Libri scritti da psicopatici, con personaggi psicopatici e per lettori psicopatici #1

(Nota: lo dico con affetto).
Cioè la mia routine. Sì, mi piacciono i morti e i pazzi, non disdegno i manicomi e gli ossessivo-compulsivi (specialmente dopo i pasti), fatico a digerire i coniglini e gli amori strazianti. Sono una gran lettrice e non sono spesso capace di iniziare un libro alla volta e faccio disastrose indigestioni di trame che mi lasciano indisposta ma non per molto. Poi sono anche recidiva e ricomincio da capo. Il mio aperitivo è lo psycho-drama. Degusto anche vendette e self-made-men, ma con un po' di raffinatezza aristocratica e mai senza un buon rosé. E siccome mi piacciono anche gli schemini storti fatti con paint con mani tremolanti (e che non conobbero mai la simmetria), unirò le mie più grandi passioni in questa rubrica per lettori ormai spacciati all'ultimo stadio della malattia.

Ecco a voi:

Dieci libri che ho letto contornati da un'insalata fresca di consigli e sconsigli*. 
Bambini, non rifatelo a casa! 

Per sviste, errori grossolani, errori imperdonabili, consigli, opinioni, se avete letto e non siete d'accordo, se avete letto e la pensate come me, se ho scritto stronzate e volete farmelo sapere, se invece volete propormi come candidata al Pulitzer, in tutti questi casi scrivetemi preziosi commenti!

8 scorpioni su 10 a Doppio sogno, brevissimo sforzo di un centinaio di pagine, e ispiratore di Eyes Wide Shut. Se conoscete il film, sappiate che la storia qui è ambientata a Vienna, i protagonisti si chiamano Fridolin e Albertine, e il tutto potrebbe risultare sicuramente più elegante - come sempre quando è la luce dei lampioni e non quella dei neon a illuminare - ma anche un pochino ridicolo perché di molto ingentilito. L'atmosfera è sempre freudiana, onirica, erotica, caotica, avviluppante, intelligente e ben orchestrata. Per me vale la pena scoprire quali geni ispirano gli altri geni, quindi lo consiglio.




7 ragni storti e a bassissima definizione per Heinrich, che sì mi piace, ma che ho punito perché mi lascia sempre incapricciata e non mi spiega come vanno a finire le cose. L'autore segue la vita di una donna che vola rasoterra nella vita comune ma le cui azioni, in definitiva, sono degne di essere raccontate. C'è spazio anche per momenti di umorismo a tinte pastello, niente di disarticolato né di abbagliante. Fino alla fine vi chiederete dove accidenti stiamo andando a parare, e con il senno di poi è una bella sensazione che ti tiene incollato alle pagine e ti fornisce di un gustoso senso del bizzarro.











Le lettere di Bulgakov (che amo e che per me è un faro nella notte) si meritano 8 Martini su 10. Prima di tutto perché su questo capolavoro di umanità frustrata ho costruito la mia tesina di maturità e quindi conservo dei bei ricordi di consultazioni febbrili. E poi perché chiunque si è sentito disperato almeno una volta nella vita, chiunque ha esclamato la mia nave va a fondo, l'acqua si avvicina al mio ponte di comando. Bisogna affondare coraggiosamente. Ma poiché i manoscritti non bruciano nemmeno dentro al fuoco più caldo, significa che gli uomini dotati di lampi geniali restano tali e le loro opere resistono anche alla censura, al disinteresse e alla desolazione. Se già conoscete l'autore di Il Maestro e Margherita, Uova fatali e altre perle letterarie, forse vi farà piacere leggerlo e scoprire cosa si celava di oscuro in lui. Per poi amarlo di più, si intende.




Com'è che le cose stiano così non lo so, ma McGrath è l'unico contemporaneo che leggo e amo, forse perché credo che non potrò trovare grandi opere all'infuori di quelle che hanno vissuto una storia editoriale travagliata, e che quindi mi sembrano più oneste. Ma per l'appunto sono affascinata da McGrath e questo è il primo suo libro che ho letto (molto giovane, e dopo aver molto combattuto con mia madre, donna facilmente impressionabile). In copertina parlava di biancheria di seta grigio perla, e da lì in poi un fuoco sacro mi ha presa. Storia di come un uomo per bene possa innamorarsi di una pazza soggetta a sbalzi di umore (che a volte si avvinghia a lui in preda all'estasi, altre volte piega i vestiti uno a uno e li ripone con calma). Storia di come ti puoi rovinare la vita con poche semplici mosse.





La Valle dell'Eden sembra iniziare in sordina, con descrizioni calme, forse noiose. Ti viene la tentazione di saltare qualche pagina. In realtà è perché Steinbeck è un maestro del ritmo narrativo, e ti lascia per molti capitoli nella polvere e nelle piatte campagne dove non accade nulla, fino al momento in cui ti presenta Cathy. E allora è come una detonazione: ero terrorizzata. Steinbeck (Nobel che gli riconsegnerei domani in persona con tutte le mie benedizioni) sa come lasciare il lettore disgustato, crea un crescendo tormentosissimo che è troppo garbato per far terminare in violenza. Non ho pianto tutte le mie lacrime solo perché ero troppo impegnata a soffrire. Divino, sordido ma delicato, costellato di gemme preziose e di personaggi irripetibili sia nella letteratura sia - purtroppo - nella vita degli uomini qualsiasi.





Delizioso nel suo genere, piccolo promemoria di come la lingua possa fare capriole grandiose. Risale, credo, al periodo in cui mio padre dopo aver imparato l'italiano volle conoscerne anche le sfumature più ardite. Postilla: mi è stato di formidabile aiuto mentre preparavo l'esame di letteratura perché offre spunti ottimi per individuare figure retoriche e stratagemmi letterari. 7 colombelle della pace a Dossena.





Le relazioni pericolose ha cambiato la mia vita. La trama non è un granché, ovvero è molto articolata e ben gestita, ma in fin dei conti prevedibile. Ciò che ho trovato prodigioso è la capacità umana di metamorfosi continua, e nella maggior parte dei casi il movente più convincente è l'interesse personale, meglio se completamente immorale. Non rovinatevi subito con il film, anche se Glenn Close è molto fascinosa, perché perde molto della meschinità dell'originale.




Solo 6 simbolucci orientali per L'isola di Arturo, ma senza perfidia. Puerile, puerile, puerile, puerile, puerile. Verrete ricoperti da questa maledetta parola se lo leggerete, tutto è puerile, i gesti sono puerili, gli sguardi sono puerili, le atmosfere sono puerili, le fottute rocce sono puerili. Elsa Morante la usa ogni due pagine, l'ho letto anni fa e ancora me lo ricordo con nausea. La storia è quella di un'adolescenza riuscita senza troppe turbe per miracolo, e di un innamoramento di quelli che non lasciano tregua e sono perennemente incalzati da circostanze ingestibili. Il finale mi ha lasciata disperatamente arrabbiata, credo di aver riletto le ultime pagine venti volte per capire se non mi fosse sfuggito qualcosa. Bè, purtroppo non mi era sfuggito niente.




"Dimmi, cosa mangiamo."
[...]
"Merda."
E con questa vi ho rovinato il finale ma ne valeva la pena. Gli ho dato solo 6 orologi da muro perché è di una tristezza aberrante. Se unite i puntini da "Nessuno scrive al colonnello" a "Merda" vedrete chiaramente che razza di trama vi si propone. Una palude di gente che vive a testa bassa e con sguardo fisso. 




7 clessidre. Se non ne foste già convinti, vi ripeto che la natura umana è veramente orribile. Gli ultimi attimi di vita di un uomo mesto e generoso divorato da pescecani. La trama è una spirale di comportamenti viscidi tenuti da uomini ben vestiti, mentre a ben vedere gli straccioni forse conservano più amor proprio. Aberrante e lacrimoso (o forse illacrimato a ben vedere).


*Sono a conoscenza del fatto che questa parola non esiste.

7 commenti:

the artist as a young man (chiara) ha detto...

Le relazioni pericolose è un libro di grande ispirazione, per diventare arrivisti meschini o per non diventare arrivisti meschini. Tutto il resto è noia (specialmente L'isola di Arturo).

Francesca ha detto...

Bè non proprio tutto il resto! Comunque sì, sono d'accordo con te. Io sono diventata un'arrivista meschina, tu? :-)

Angela ha detto...

Se proprio vogliamo dilettarci a discorrere di miserie umane, meschinità ammantate di perbenismo e perversioni sopraffine, perché non aggiungere un maestro della tenebra ovattata e cioè Fitzgerald e la sua notte tenerissima ...? E, per stare con l'insuperabile Steinbeck, non tralascerei l'abisso della miseria umana: L'inverno del nostro scontento.
Per il resto, concordo quasi su tutto, eccetto McGrath che ho trovato piuttosto improbabile ed anche un po' insulso e non so nulla di Elsa Morante che, solo ad udirne il nome, mi provoca un inarrestabile sbadiglio ...

Anonimo ha detto...

D'accordo con le 8 cassette postali a Steinbeck! Forse, avrei osato le 9,5 (son possibili i mezzi voti?). Sarà che io lo adoro...giudicherei un capolavoro anche l'elenco telefonico dell'Uzbekistan, se scritto da lui!(so essere imparziale ed obiettiva)...Fifi_Lapin

Francesca ha detto...

Fifi, volevo mettere i mezzi voti ma tu avresti avuto cuore di tranciare le cassettine delle lettere? :-)
Steinbeck è magnifico in ogni sfumatura, sono d'accordo, ma se devo proprio indicare la sua opera che preferisco dico La luna è tramontata! Tu che dici?

Francesca ha detto...

@Angela: di McGrath secondo me bisogna leggere Grottesco: teorizza di come la mente umana - in assenza di informazioni sensoriali affidabili - tenda spontaneamente a raffigurarsi le possibilità più misere, oscure, crude, grottesche!

Anonimo ha detto...

Hai ragione! Povere! Perdonatemi cassettine. Comunque, quanto a Steinbeck, direi "Viaggio con Charley". Fifi