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lunedì 11 gennaio 2010

Dove Risiede La Realtà? ovvero Riflessione Variegata

Dove risiede la realtà? Esiste di per sè o esiste in funzione della percezione che abbiamo di essa?
Sembrerebbe semplice rispondere che la realtà esiste autonomamente, tuttavia fermatevi a pensare a ciò che sto per dire: se io avessi un terribile difetto alla vista che mi impedisce di percepire il viola (e ora per comodità accettiamo che il viola esista), la realtà per me sarebbe sempre invariabilmente tutto tranne che viola. Dunque la realtà che credo io è la realtà o non lo è? E voi direte, la realtà è di chi vede il Viola. Eppure anche voi che lo percepite avete un cervello unico e un sistema di apprendimento e percezione unico: anche voi potreste credere a una verità incompleta, eppure sarebbe la vostra verità. 
Ma una verità relativa è ancora vera? Se ci appelliamo a Kant egli dirà che l'uomo ha innate le categorie di spazio e tempo con le quali organizza immediatamente ciò di cui ha esperienza: ma queste categorie
-sono sempre affidabili perchè sospettate di essere innate?
-funzionano sempre ugualmente per tutti e in ogni caso?
Einstein disse che tre minuti su un termosifone e tre minuti vicino a una bella ragazza hanno lunghezza diversa: è forse sbagliato? Non è forse vero che la sensazione del tempo e quella dello spazio hanno un senso diverso in occasioni diverse e per persone diverse? E d'altra parte voi sapete dov'è ubicata la realtà o com'è fatta, dato che non esiste un uomo che sappia alzarsi sopra di noi, vedendo il Viola, il Verde, il Nero e tutto il resto, per poi raccontarcela? 


Noi percepiamo la realtà perchè percepiamo di percepirla, e non possiamo fare altrimenti, e anche se questa frase sembra una follia in verità è proprio inevitabile che sia così. In ogni caso dov'è? Non nei libri e non nella poesia della decadenza giovanile, non nell'alterego delle personalità estraniate, come descrive Kundera (La Vita è Altrove), non nel mito di Napoleone come crede Sorel in Il Rosso e il Nero, non nelle azioni distratte come avere una figlia, avere due amanti, sperperare un patrimonio come pareva alla tenerissima Madame Bovary.

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