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venerdì 4 marzo 2011

Lost in Three Pictures / Sheepwrecked

Che anniversario glorioso, questo: un mese esatto dalla riapertura d'un blog naufragato. La rotta è stata ristabilita, la gioia nel cuore è grande, tanto più la speranza di non tradirsi mai, di porre qui, per voi, per me, quello che batte e rimbomba nel mio petto.

Allo squallore della proposta "descriviti!" non so davvero come ribattere. Descrivermi. Come descrivere qualcosa di poco oggettivo, qualcosa che non so neanch'io cos'è?

Come una crepa sul muro sporco ed una ringhiera mal saldata. Eppure è quell'inesattezza, penso io, gustosa. Una crepa quasi pertinente, col tempo confortante. Mi conforta esser una crepa, mi conforta l'imperfezione ch'è così sanguinosa e guerreggiante, in antitesi con l'armonia da tutti professata. Forse.


Come una pila di libri da leggere, incompleta costanza. Una tavolozza sporca di colori che non so neanche come utilizzare. Un brutto quadro che par bello, artisticamente irrilevante; un bel quadro che par brutto, i miei occhi. Forse.



Come un tappeto di copertine di albi deliziosissimi con protagonista l'infallibile l'indagatore dell'incubo, Giuda ballerino! I miei piedi, deformi, attaccati, imbarazzanti. I miei piedi, che mi piacciono; che odio. I miei piedi che hanno smembrato dolcemente un'insulsa vanità. Poi una scarpa, quella scollata, quella che porta la citazione di Emerson, incisa per non essere dimenticata, ovunque per la strada. Every wall is a door, l'ostacolo non fa più paura. Forse.

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