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mercoledì 23 marzo 2011

Oh, come finirà male!

Ho osservato per un po' uno strano trio. Siccome sono una scrittrice wannabe ma allo stesso tempo sono anche una semi-psicopatica, mi scrivo tutte le stronzate che mi passano per la testa e che mi sembrano appassionanti su fogli occasionali, e se non avessi fogli mi scriverei su un braccio, su una caviglia, dietro la copertina di un libro, su un fazzoletto, sul bugiardino della aspirine e la sorte non voglia che debba inventarmi dell'altro. E così mi tengo stretta le mie idee prima che la testa mi voli via come una mongolfiera. 


Dunque, li ho osservati per un po'. E nel frattempo pensavo: oh, che bella vita primaverile, la loro! Lui stava nel mezzo e si contendeva attenzioni, le due ragazze si contorcevano per lui, lo toccavano, lo accarezzavano, lo infastidivano, lo richiamavano come si chiama un gattino fingendo che sia lui a voler giocare. Credo che per loro fosse un piacere improcrastinabile, una necessità imperante, un desiderio esplosivo e quella specie di legame mi sembrava incredibile. Piacevole ma incredibile.


Credo che sia strano ciò che ho visto. Credo che due uomini vivrebbero meglio una situazione del genere. Finirà male perché lui preferiva la ragazza alla sua destra. Anche se sembravano essere amiche, anche se sembravano a proprio agio, rispettavano il turno di giocare con il gattino con una sorta di indecisione generale fra l'offendersi, lo strattonare il giocattolo e l'aspettare con calma il turno come secondo una regola prevista. Sembrava un gioco dell'oca, ecco cosa sembrava. 


E poi tutti scherzavano fra loro ma io lo so che finirà male. Finirà male. Mi sono anche chiesta perché suoni così disarmonico un progetto di vita fra tre persone che godono tutte dello stesso piacere ineluttabile dello strofinio dei corpi. In fondo la soddisfazione non dovrebbe scontentare nessuno, e quella soddisfazione me la ricordo, di stringersi vestiti, in pubblico, in piedi, sdraiati, incuranti, affollati, ridendo, guardando basso. Nella solitudine non funziona, ci si imbarazza, e forse una delle due è la vittima sacrificale. Forse due uomini vivrebbero senza volontà di possesso la situazione, ma così andrà a finire male. Oh, come finirà male!

lunedì 14 marzo 2011

L'oblio è un oceano gigantesco...

Click on the pic!

giovedì 10 marzo 2011

Hss hss, qualcosa di viscido serpeggia nel tuo albero genealogico.


La formalità della parentela e tutti quegli obblighi reverenziali da questa derivati è qualcosa che m'ha sempre lasciato perplesso. L'onore che scorre in uno stesso sangue, che batte in cuori diversi, la difesa svilente del focolare domestico, la passione incestuosa fra cuginetti che condividono lo stesso cognome, pensavo sorseggiando il puntuale Thé verde, quanto spesso è sentito, quanto spesso è dovuto?


Nella catarsi dei miei sentimenti, i cari, per obbligo formale, parenti sono dolcemente espulsi (come fossero pezzi di merda di quelli morbidi, di quelli che non fanno male, di quelli che ti fanno esclamare: "oh, che bella cagata!") poiché non concorrono alla mia crescita psico-critica, bensì risultano limitanti nella loro inutilità.

Capita la trasparenza della mia devozione, che si manifesta perlopiù a Natale e Pasqua per gli auguri, ho capito anche quanto questa sia necessaria per concedesi la succosa consistenza del glicemico quieto vivere. Bisogna viver serenamente il rapporto con i nefasti parenti che un detto popolare vuole siano viscidi, striscianti, silenziosi e pericolosi, quindi serpenti; i parenti come Tu-sai-chi, Colui-che-non-deve-essere-nominato o Signore Oscuro, Voldemort insomma. Voldemort con naso e puzza correlata. La famiglia non è perché deve esser tale, ma è perché deve travolgerti e rassettarti, friggerti e scolarti, stringerti e lasciarti. I miei parenti sono egoisti ed io, da egoista, ho deciso: ricordando la merda su citata, mi spurgo anche di falsi affetti come fossero superflui petali d'una rosa troppo fiorita; scaccio via quei serpenti che dall'alto dei rami del mio albero genealogico mi tentano con profumatissimi frutti d'ipocrisia.

mercoledì 9 marzo 2011

Tutto Quello Che Avete Sempre Voluto Sapere Sul TARTAN!



Carissimi Amici dell'Arbiter,
oggi tratteremo un argomento davvero interessante sia per noi che ne scriviamo, sia per voi che ne leggete...


il TARTAN!

Questo tessuto dalla trama particolare, diventato giustamente famoso in tutto il mondo, nonché sinonimo di eleganza british è di grande appeal per ogni fascia di appassionati di moda: l'uomo d'affari con la passione per il golf, la casalinga che sogna i verdi prati di Londra, lo studente di Lettere che gioca a fare il radical-chic, la segretaria che intona questa stoffa interessante al blu intenso dei suoi occhi, e chi più ne ha più ne metta!



Declinato in diverse combinazioni di colore, fa capolino sulle passerelle con discrezione, ma da vero protagonista!
Poiché l'argomento è interessante e attira sull'Arbiter centinaia di visitatori (a questo servono le statistiche di blogspot! ^.^ ), abbiamo pensato di costituire uno "spazio" per rendere finalmente giustizia al Re delle Mezze Stagioni!


Infatti se ben osservate a destra del testo abbiamo aggiunto diversi gadget, fra cui un sondaggio sul perché siamo snobbati dal popolo del web (a proposito, RISPONDETE!), un filtro che mostra i post più graditi della settimana, e dulcis in fundo il recapito mail per inviarci domande o curiosità sulla nostra passione comune!
Vi riportiamo alcune delle FAQ sul Tartan, sperando di essere d'aiuto anche al solitario visitatore della notte in cerca di news!




Domanda: Ma è vero che gli slip con la stampa "tartan" non mi fanno rimanere incinta anche quando ho il ciclo? Raffaella

Risposta: No, Raffaella, puoi stare tranquilla! Il tartan forma una barriera invisibile sulle tue parti più intime, proteggendoti con tutta la leggerezza delle sue mille righe!


Domanda: Ho letto che indossare il tartan fa guarire da ogni malattia, qual è la vostra opinione a riguardo?
Risposta: Caro lettore, la tua è una domanda banale e scontata, non t'offendere, eh! Gli effetti benefici derivati da una particolare armonia fra tutti gli elementi della tavola periodica, ed altri la cui recente scoperta è avvenuta sui vari pianeti del caro e squisitissimo sistema solare, (armonia clinicamente testata) consente la totale immunità da qualsiasi malattia terrestre scoperta e da scoprire e, in dosi diverse (guanti, sciarpa, cappello, gonna, scarpa, kilt, ed altre cazzate in ordine di grandezza crescente) è l'ideale soluzione alle malattie che i disattenti contraggono. Prima di fare uso del TARTAN non leggere attentamente il foglietto illustrativo, perennemente ed obbligatoriamente indossabile.


Domanda: Cari amici dell'arbiter, il tartan fa schifo ed è fuori moda ma sentivo in me il desiderio compulsivo di cercare notizie su google, e i guru de tartan siete voi! Per caso è per questo che io e i miei amici del circolo "Cerca Tartan a Caso" facciamo aumentare le vostre statistiche? Ciao!
Risposta: Carissimo commentatore Anonimo, buona serata anche a te! Sì, credo sia questo il motivo per cui cercando questa merda di tartan su google siamo indicizzati a casaccio e otteniamo visite di cui gloriarci da tutto il mondo abitato! Con orgoglio proclamiamo davanti a tutti i nostri lettori: Forza così! Continuate a vestirvi a cazzo di cane ricoperti a cipolla da novanta strati di tartan!

Domanda: Ma portando i pantaloni tartan in ufficio mi verrà il culo a righe? Ho il 42 di scarpe e sto seduto molte ore. Ciao! AnonimodalMondodiPatty

Risposta: Bene, dopo aver considerato i parametri che ci hai fornito-pantaloni tartan+42 di scarpe+vita sedentaria- e dopo averli sottoposti alla NASA (che sta sperimentando e delle tute spaziali completamente in tartan termoisolante) è parso chiaro il risultato di questa somma a righe: SI, avrai uno splendido culo a righe, tatuaggio permanente che verrà da tutti ammirato ed invidiato. Il culo a righe sarà il must della prossima estate! www.tartanchefigata.com, giustappunto, consiglia vita sedentaria e pantaloni tartan!





Domanda: Ciao Sheepwrecked e Elsewhere! Desidero molto lo stivaletto ritratto nella foto di cui sopra! Sono confusa: è normale? Anastasio57

Risposta: Onora sempre il dio Tartan, questo è il nostro motto. La tua domanda ci sembra offensiva e davvero inappropriata. Sinceramente, non ti sembra di gettare al vento il lungo percorso di mesi che abbiamo compiuto, di continuo miglioramento su questa tematica sempre da scoprire? Non solo ci sentiamo disgustati dalla tua presa di posizione, ma grazie alla mail che ci hai inviato siamo in possesso del tuo IP e non avremo esitazioni a consultare la polizia postale.





venerdì 4 marzo 2011

Lost in Three Pictures / Sheepwrecked

Che anniversario glorioso, questo: un mese esatto dalla riapertura d'un blog naufragato. La rotta è stata ristabilita, la gioia nel cuore è grande, tanto più la speranza di non tradirsi mai, di porre qui, per voi, per me, quello che batte e rimbomba nel mio petto.

Allo squallore della proposta "descriviti!" non so davvero come ribattere. Descrivermi. Come descrivere qualcosa di poco oggettivo, qualcosa che non so neanch'io cos'è?

Come una crepa sul muro sporco ed una ringhiera mal saldata. Eppure è quell'inesattezza, penso io, gustosa. Una crepa quasi pertinente, col tempo confortante. Mi conforta esser una crepa, mi conforta l'imperfezione ch'è così sanguinosa e guerreggiante, in antitesi con l'armonia da tutti professata. Forse.


Come una pila di libri da leggere, incompleta costanza. Una tavolozza sporca di colori che non so neanche come utilizzare. Un brutto quadro che par bello, artisticamente irrilevante; un bel quadro che par brutto, i miei occhi. Forse.



Come un tappeto di copertine di albi deliziosissimi con protagonista l'infallibile l'indagatore dell'incubo, Giuda ballerino! I miei piedi, deformi, attaccati, imbarazzanti. I miei piedi, che mi piacciono; che odio. I miei piedi che hanno smembrato dolcemente un'insulsa vanità. Poi una scarpa, quella scollata, quella che porta la citazione di Emerson, incisa per non essere dimenticata, ovunque per la strada. Every wall is a door, l'ostacolo non fa più paura. Forse.

giovedì 3 marzo 2011

Ghiaccio secco e menti paludose: verso l'ignoto!



Quanta paura, ho io, quando vengo a sapere che non posso sapere.
Ma, dico, come si fa ad aver paura dell'ignoto? Proprio perché tale dovrebbe esser confortante, dovrebbe colmare il cuore di speranze, fallo traboccare di sogni.
Eppure l'ignoto spaventa, mi spaventa. Perché mi spaventa non sapere.
Se l'ignoto fosse male, bene, potrei provare a rassegnarmi.
Se l'ignoto fosse bene, ancor meglio, ne gioirei.
E' quindi, credo, quest'altalenante e consapevole incertezza, l'affanno provocato da un gioco meschino, cardiaco.

Perché l'ignoto è un azzardo, è una moneta lanciata in aria, è un'eventualità irrisolta.
Quando parlo di menti paludose, di ghiaccio secco, per l'appunto, lo faccio perché credo che non ci sia niente di più oscuro ed ignoto delle nostre menti.
Ma perché oscuro, santa pace? Facciamo così, niente di più luminoso ed ignoto delle nostre menti. Perché la luce dovrebbe esser meglio dell'oscurità, chi l'ha stabilito? Voglio dire, se guardo il sole divento cieco, cazzo.
A volte non vedere, l'oscurità, è piacevole; non ti fa sentire.

La mente fa paura, dicevo, perché non la si conosce. Neanche io sono in grado di rendermi noto di cosa son capace. Ci si può impantanare fra la melma del pensiero, non uscirne più. E la nebbia artificiale che sono le passioni? Le passioni confondono. Quando si è confusi, dunque, quando le passioni ci disorientano, siamo così beati. Voglio dire, è così colmante non pensarci, all'ignoto. Ho passione per le passioni, rendono incoscienti, felici.
La mia mente è capace di partorire post del genere, che limiti potrei mai raggiungere?



mercoledì 2 marzo 2011

Quando guardo te sono VISIONARIA

Dalla schiuma frangente nacque l'Afrodite Micenea a cementare quei cuori insieme. Lui le prese la mano e iniziò a recitare:


Fugge una tigre dalla fredda gabbia
Giace una vipera verde di rabbia
Ancora piangiamo su pallide rene
Stringiamoci assieme, tutto andrà bene.

I suoi muscoli odoravano di olio per motore e trasudavano il calore accumulato durante il giorno. Sembrava un uomo di metallo rovente. Amanda si sentiva confusa da tutti quegli animali, tigri, vipere, altre chimere graffianti diventavano all'improvviso i giochi di pezza di un bambino paciocco. 
«Come continua?» chiese lei a mezza voce.
«Oh continua ti prego, ho freddo e sono così stanca». Teddy la prese in braccio e la portò nel talamo lasciando spalancata dietro di sé la portazanzariera. continuò a recitare a metà fra l'intento di maledirla e quello di ipnotizzarla.

Domani domandi dodici idee
Ancor t'assecondo e annaffio azalee
Non è notte ma crescono e nascono in lotte
Tenaci nei tuoi attentati
Esistono, emeraldei e mendaci.